Non è difficile seguire un'alimentazione che aiuti a prevenire i tumori a tavola, non ci sono difficoltà tecniche particolari, le risorse gastronomiche sono infinite e raccolte all'interno della tradizione di cucina, la moderna scienza nutrizionale ci aiuta a scegliere con cognizione le sostanze migliori
Quale è allora la discriminante che spinge a non curarsi abbastanza di questo basilare aspetto di vita?
La risposta è complessa, ma un ruolo determinante è da imputare alla bassa posizione nella scala dei valori personali che l'atto di cucinare riveste oggi per molte persone.
Bisogna avere amore, passione, gioia di scoprire nuovi sapori, voglia di nutrire con i profumi dei piatti il naso, la bocca, la pancia, essere disponibili a investire tempo, capire che l'ingrediente segreto è molto spesso la semplice pazienza di aspettare.
Se l'ostacolo principale è il tempo a disposizione la cura migliore è l'organizzazione preventiva; i legumi e i cereali in chicchi integrali possono essere preparati in quantità con largo anticipo e conservati ben sigillati in frigorifero, una banale centrifuga aiuta a lavare e asciugare rapidamente qualsiasi tipi di insalata e verdura a foglia, strumenti moderni come la pentola a pressione riducono di molto i tempi di cottura, impasti e paste fresche possono essere ridotti in porzioni o sfoglie e congelati in attesa dell'uso finale.
Gli esempi sono molteplici e spesso le soluzioni vengono da se nel momento in cui ci si mette all'opera, l'importante è avere coscienza e consapevolezza della centralità che l'atto di cucinare ha per rendere veramente efficace una strategia alimentare di prevenzione.
Una strategia che si ritrova in tutte le ricette presenti nel libro seguendo il percorso tracciato dall'esperienza e dalla competenza del medico, ma tenendo sempre presente la qualità finale del piatto perché anche il piacere di mangiare con gusto può essere annoverato, nel suo piccolo, tra i segreti strategici per combattere le molte malattie strettamente legate all'alimentazione.
E sul termine qualità e bene fare un ulteriore riflessione concentrando l'attenzione sul suo significato totale.
La qualità totale (intendendo con questo termine l'utilizzo del 100 % del valore nutrizionale) dell'alimento usato per cucinare non è determinata solo dalla varietà particolare, dal colore, dall'aspetto, dalla resa, dalla stagionalità, dal corretto trattamento culinario, ma proprio perché totale è strettamente influenzata dal metodo "culturale" di coltivazione.
In questa forzatura terminologica ritroviamo il pressante invito alla scelta più vasta possibile di prodotti di origine biologica che per loro stessa natura favoriscono più che mai l'efficacia curativa degli alimenti nell'ottica di una prevenzione antitumorale fatta di gusto, salute e gioia dell'assaggio.
L'assenza pressoché totale di pesticidi e prodotti chimici di alcun tipo rende realmente possibile l'utilizzo integrale di ogni parte, come la preziosa buccia degli agrumi altrimenti da eliminare, e il vantaggio in termini di sapore e equilibrio nutrizionale finale è di fatto netta e consistente.
Per evitare qualsiasi ridondanza e ripetitività nelle ricette non viene continuamente specificata la natura degli ingredienti da usare, ma se proprio si deve o si è costretti a fare una scelta è bene cercare di reperire biologici almeno quegli alimenti di cui si utilizzano soprattutto le parti esterne o sono integralmente consumati a crudo.